Cerca suZenPlus, TuttiModifica
SCONTO 6% SU ARTICOLI RAKUMA Ancora meglio di un cashback! Scopri di più
Utilizzando questo sito, dichiari di accettare le nostre Privacy Policy e Cookie Policy.
Cronologia di ricerca Cancella cronologia

La classifica dei Final Fantasy classici, dal peggiore al migliore

La saga di Final Fantasy continua a far viaggiare la fantasia dei giocatori (gioco di parole voluto) ormai da quasi quarant'anni.

Nel corso dei decenni ci sono stati diversi capitoli in grado di rimanere impressi nel cuore degli appassionati, e le discussioni su quali siano i migliori episodi della saga risultano sempre incredibilmente interessanti, perché ci sono tante risposte diverse quante sono le persone interpellate.

Quella che vogliamo provare a proporre oggi è una classifica dei migliori titoli della serie, ma concentrandoci esclusivamente sul primo ciclo di avventure, vale a dire i capitoli da I a VI.

Sebbene si tratti di giochi molto diversi tra loro, questi titoli possono essere accomunati non solo per le console originali di appartenenza (NES e SNES) ma anche per lo stile grafico in 2D e per il sistema di combattimento a turni (che avrebbe accompagnato la serie ancora per diversi episodi), oltre che per alcuni membri fondamentali del team di sviluppo.

Per questo abbiamo deciso di provare a confrontarli tra di loro tagliando fuori i capitoli successivi al passaggio alle tre dimensioni e allo sbarco su PlayStation.

Final Fantasy II (NES, 1988)

Screenshot da Final Fantasy 2

Partiamo da un’affermazione importante: anche il peggiore gioco di questa lista rimane comunque un buon JRPG, che nonostante i suoi difetti merita di essere riscoperto da chi non lo ha ancora giocato.

Eppure, bisogna ammettere che ci sono diversi buoni motivi per cui Final Fantasy II viene considerato spesso una delle pecore nere della serie, e non compare mai nelle discussioni sui migliori Final Fantasy di sempre, anzi.

Non dimentichiamo però dagli aspetti positivi: prima dell’arrivo di Final Fantasy IV, considerato il primo titolo a focalizzarsi davvero sulla storia, Final Fantasy II aveva già provato qualcosa di simile.

Gli sviluppatori crearono infatti prima il mondo di gioco, con la sua storia e i suoi personaggi, e solo successivamente adattarono ad esso il gameplay. E in effetti, nonostante per gli standard odierni la trama risulti molto “basic”, per l’epoca vennero introdotte delle novità non da poco, tra cui la morte di alcuni personaggi nel corso dell’avventura, nonché le prime comparse di Cid e dei Chocobo.

Tuttavia, ciò che ha reso Final Fantasy II così infausto è sicuramente il suo sistema di grinding.

Anziché affidarsi ad un classico sistema a livelli, qui i personaggi possono solamente migliorare singolarmente le loro abilità in base all’utilizzo che ne fanno. Ad esempio, più viene utilizzata un’arma o una magia, più un personaggio diventerà forte con esse; più HP perde, più la sua barra della vita potrà allungarsi.

Questo porta ad un sistema di grinding piuttosto noioso, che può essere anche sfruttato contro il gioco, ad esempio usando i membri del proprio party per attaccarsi l’un l’altro, aumentanto così le loro statistiche più velocemente.

A questo si uniscono dei dungeon poco interessanti, con molte stanze vuote, che hanno contribuito a rendere Final Fantasy II uno degli episodi più dimenticabili della serie, nonostante sia un titolo che abbia avuto anche degli aspetti positivi, per non dire pionieristici.

Un vero appassionato di JRPG, dunque, non può perdersi questa gemma grezza, che ha avuto l’ambizione di voler anticipare elementi che avrebbero cambiato il genere negli anni successivi.

Final Fantasy I (NES, 1987)

Screenshot da Final Fantasy 1

Sono poche le serie videoludiche per cui vale il detto secondo cui l’originale non può essere superato, e Final Fantasy ahinoi non fa eccezione.

Il primo capitolo della storica saga non porta benissimo il peso degli anni: la narrazione passa davvero in secondo piano, il mondo di gioco non ha molto di interessante da raccontare, e tutte le proposte di gameplay, interessanti per l’epoca, risultano oggi fin troppo basilari, dopo tutto quello che i capitoli successivi sono riusciti a costruire.

Detto questo, però, ci sono anche aspetti che sono invecchiati piuttosto bene, il che è davvero impressionante se consideriamo che il titolo ha ormai quasi quarant’anni sulle spalle.

Possiamo parlare della colonna sonora, su cui ha lavorato un giovanissimo Nobuo Uematsu; come anche della grandissima libertà concessa al giocatore, innovativa non solo per l’epoca ma inusuale anche per gli standard odierni. Non possiamo neanche dimenticare l’iconicità di alcuni momenti, come ad esempio la prima volta che viene suonato il tema principale del gioco.

Insomma, Final Fantasy oggi è importante più per il suo ruolo da apripista che per le sue qualità di gioco a sé stante, ma è incredibile constatare quanto ancora possa dare agli appassionati di JRPG,  che troveranno qui un gioco sì grezzo e “vecchio”, ma che ha davvero tanto cuore.

Final Fantasy III (NES, 1990)

Screenshot da Final Fantasy 3

Come capitolo conclusivo della trilogia NES, Final Fantasy III riesce a far compiere alla serie un passo in avanti molto deciso, che ne avrebbe influenzato fortemente il futuro. È in questo capitolo, infatti, che viene introdotto il job system, il sistema di classi che sarebbe poi tornato, in diverse forme anche molto lontane tra loro, in tantissimi altri episodi della saga.

Per questo non è una forzatura dire che senza Final Fantasy III la serie non sarebbe quella che conosciamo, e che il suo impatto è forse paragonabile a quello del primo capitolo, tanto è stato importante per lo sviluppo della serie. Tuttavia, anche in questo caso bisogna distinguere tra l’importanza del lascito e la qualità del gioco come titolo a sé, ed è qui che il titolo perde colpi.

Ancora una volta, infatti, la storia risulta poco interessante e incisiva (sebbene il remake su DS sia riuscito ad ampliarla e renderla leggermente più interessante), ma soprattutto il job system è ancora acerbo, con tantissime classi completamente inutili o quasi. Per fortuna, dopo qualche anno arrivò il titolo che perfezionò questo interessante concept.

Final Fantasy V (SNES, 1992)

Screenshot da Final Fantasy 5

La posizione di Final Fantasy V in questa classifica può essere intercambiata con la posizione successiva. Chi ritiene più importante la componente narrativa dei JRPG tenderà a preferire Final Fantasy IV, mentre chi guarda più al gameplay preferirà Final Fantasy V.

Il motivo è molto semplice: Final Fantasy V propone ben poco di memorabile sotto il profilo del mondo di gioco e della trama. Personaggi, storia, direzione artistica e persino musicale risultano sì funzionali, ma senza l’incisività tipica della serie.

Sotto il profilo del gameplay, però, Final Fantasy V riprende e perfeziona il job system, liberandolo da tutte le impurità dei suoi predecessori. Qui troviamo 22 jobs (26 nelle re-release), ciascuno dei quali ha un suo senso di esistere e può anche essere combinato con le abilità di altre classi nelle fasi più avanzate di gioco.

Questo sistema di progressione risulta così profondo e coinvolgente da rendere Final Fantasy V un titolo imperdibile ancora dopo così tanti anni, che per fin troppo tempo è stato snobbato a causa dell’ingombrante ombra del suo immediato predecessore e del suo immediato successore.

In realtà si tratta di uno dei capitoli che portano meglio il peso del tempo, e che ha ancora oggi molto da dire e da insegnare al genere.

Final Fantasy IV (SNES, 1991)

Screenshot da Final Fantasy 4

Final Fantasy IV viene considerato un punto di svolta per la serie, e per ottime ragioni.

Innanzitutto, il gioco introduce il sistema Active Time Battle (ATB), che avrebbe caratterizzato anche gli episodi successivi e che ha contribuito a rendere la serie così unica anche sotto il profilo del gameplay. Il più grande lascito di Final Fantasy IV risiede però indubbiamente nella sua storia.

Per la prima volta, ci troviamo di fronte ad un cast di personaggi memorabile, ciascuno caratterizzato a fondo; anche il mondo di gioco stesso è stato creato con una cura semplicemente inedita non solo per la saga, ma per l’intero genere.

Insomma: se oggi consideriamo Final Fantasy sinonimo di storie epiche e protagonisti carismatici è principalmente grazie a questo episodio.

Certo, non è tutto oro quel che luccica. Ad oltre trent’anni dalla sua uscita, oggi i limiti narrativi del gioco sono molto evidenti: la storia si prende fin troppo sul serio, ed il numero di morti apparenti che avvengono durante il gioco è talmente assurdo da risultare involontariamente comico.

Dietro questa patina un po’ cheesy si nasconde tuttavia un gioco ancora in grado di sorprendere ed emozionare, sia nella sua versione originale che nel remake 3D, che amplia il respiro della trama.

Final Fantasy VI (SNES, 1994)

Screenshot da Final Fantasy 6

C’è davvero bisogno di presentazioni per Final Fantasy VI? Vogliamo sperare di no.

Questo capitolo rappresenta il culmine dell’epoca classica della serie, e non a caso viene considerato ancora oggi non solo uno dei migliori Final Fantasy di sempre, ma anche uno dei migliori JRPG della storia videoludica.

In poche parole, Final Fantasy VI perfeziona i suoi predecessori sotto ogni singolo aspetto. Il gameplay viene ulteriormente rifinito, con l’introduzione della magicite e degli Esper, che permettono un livello di personalizzazione più profondo per l’arsenale di mosse di ogni membro del party.

Ma è soprattutto nella componente narrativa che il gioco ci regala una delle più belle storie narrate dalla saga, con un cast di protagonisti davvero stellare ed iconico (per non parlare dell’antagonista principale, l’istrionico Kefka), inseriti in un mondo di gioco a dir poco memorabile.

Il tutto contornato da una direzione artistica e musicale semplicemente sopraffina, che ha contribuito ha rendere il gioco una vera e propria pietra miliare nella storia del medium.

Conclusione

Al di là della posizione all’interno della classifica, ciò che stupisce di più riguardando l’epoca classica di Final Fantasy è come tutti i singoli episodi riescano ancora ad avere qualcosa da dire, quale più e quale meno.

Nonostante gli anni passati, ciascun capitolo rimane un esempio magistrale di ciò che un JRPG di qualità dovrebbe essere, e non è un caso che ancora oggi gli appassionati si cimentino su questi titoli, alla ricerca di segreti ancora da scovare o, semplicemente, di emozioni indimenticabili da vivere per la prima volta.

E se vuoi (ri)vivere queste emozioni nella maniera più fedele possibile all'originale, non ti resta che dare un'occhiata alla nostra vetrina retrogaming, dove potrai trovare console e giochi retrò originali in ottimo stato.

Articoli retrogaming dal Giappone

 

Chi siamo? ZenMarket Japan

La maggior parte dei negozi giapponesi online non spedisce all'estero, ma abbiamo risolto per te questo problema: ci occuperemo noi di comprare, imballare e spedire i tuoi prodotti giapponesi preferiti direttamente a casa tua!

Il nostro obiettivo è rendere l'acquisto di articoli dal Giappone un'esperienza semplice e piacevole. Abbiamo perciò integrato sul nostro sito le piattaforme di shopping più popolari: Amazon Japan, Rakuten e Yahoo! Auctions. Ma non solo! Grazie al servizio ZenMarket puoi virtualmente comprare da qualsiasi sito giapponese: basta copiare l'URL del prodotto nella nostra barra di ricerca per aggiungerlo nel proprio carrello.

Articolo| 21/02/2025 |

Vuoi comprare i tuoi prodotti preferiti dal Giappone?

Con ZenMarket puoi acquistare dai migliori negozi online giapponesi e spedire insieme i tuoi acquisti direttamente a casa tua!

Guarda il nostro tutorial video oppure leggi la nostra guida dedicata e scopri come acquistare dal Giappone!

Registrati e ricevi 500 ZenPoint!
Close menu