Solo Leveling è sicuramente una tra le opere anime del momento che meglio hanno saputo catturare l’attenzione globale degli appassionati. In poco tempo la serie è riuscita a diventare una delle più apprezzate degli ultimi anni dalla community anime italiana ed estera. Ma come mai? Andiamo a scoprire insieme qualche ragione del perché, se non hai ancora visto l'anime!
Solo Leveling: dal webtoon all’Anime
Originariamente nato come Light Novel sudcoreano scritto e illustrato dall’artista Chu-Gong e pubblicato da D&C Media nel 2016, Solo Leveling è stato poi riadattato da Kakao Page in manhwa (ovvero manga in stile coreano) in formato webtoon nel 2018. Il manwha è stato successivamente rilasciato in Italia nella primavera del 2021 da Star Comics.
Il titolo originale dell’opera è Na honjaman level up (나 혼자만 레벨업), ma il titolo è da subito conosciuto in tutto il mondo come Solo Leveling; titolo che potrebbe essere tradotto con il significato "Io soltanto salgo di livello" ma anche "io salirò di livello da solo”.
Visto il grande successo del manhwa, nel 2024 ne è stato realizzato un adattamento anime curato dallo studio giapponese A-1 Pictures. Al momento in cui scriviamo, la prima stagione dell’anime, composta da 12 episodi, è stata interamente pubblicata su Crunchyroll.
La trama di Solo Leveling
Non importa quanta motivazione tu abbia né l’allenamento al quale ti sottoponi: non potrai mai salire di livello rispetto al grado che ti è stato assegnato. È così che è fatta la società in cui vive Sung Jinwoo, il protagonista di Solo Leveling. Un mondo alternativo dove la Corea del Sud è minacciata dalla manifestazione dei Gates, portali che uniscono la dimensione degli esseri umani a dungeon popolati da pericolosissimi mostri.
Per impedire che queste creature mostruose invadano le città, è necessario uccidere il boss che governa un dungeon entro sette giorni dalla comparsa di un gate.
Il compito di eliminare la minaccia dei dungeon spetta agli Hunter, conosciuti anche come i risvegliati, ovvero individui che hanno sviluppato dei poteri speciali e hanno scelto di metterli a disposizione per proteggere i comuni cittadini combattendo i mostri nei dungeon.
Il protagonista di Solo Leveling, Jinwoo, è anch’egli un Hunter, ma appartiene al livello più basso di questa categoria professionale, per via della sua incapacità di uscire incolume anche dai dungeon meno pericolosi: motivo per il quale si Jinwoo si è guadagnato l’infelice soprannome di “Arma più debole dell’umanità”.
Tuttavia, dopo uno scontro quasi mortale, Jinwoo si risveglia con dei poteri che gli permettono di salire di livello rendendo in breve tempo il protagonista non solo uno degli Hunter più forti, ma anche un’eccezione rara in una società dove il livello di potere assegnato è destinato a rimanere lo stesso per il resto della propria vita.
Fin qui, ci siamo limitati a fare un breve riassunto della trama di Solo Leveling per come la conosciamo finora. Questa premessa potrebbe averti già fatto venire voglia di vedere l’anime, ma qui di seguito vogliamo indicare quelle che sono secondo noi le ragioni principali per cui questo titolo merita particolarmente di essere visto.
Ragione #1: la complessità del protagonista di Solo Leveling, Jinwoo
Come si intuisce dal nome dell’anime, Solo Leveling, la storia di Sung Jinwoo ruota molto intorno alla tematica della solitudine.
All'inizio della storia, quando Jinwoo è conosciuto come l’Hunter più debole dell’umanità, la sua solitudine viene spiegata come risultato della sua debolezza.
In seguito però, l’isolamento di Jinwoo diventa uno scudo sotto il quale nascondere con discrezione la sua nuova e rara capacità di aumentare esponenzialmente il proprio potere e di poter salire di livello in una società in cui questo normalmente non avviene. Infatti, procedendo con la serie, si potrà notare come più Jinwoo diventa potente, più si ritira nell’ombra per proteggere non solo le persone a lui care, ma anche per nascondere le proprie capacità.
Guardando Solo Leveling non si può fare a meno di notare le somiglianze che accomunano Jinwoo a Naofumi Iwatani, il protagonista di The rising of the Shield Hero.
Naofumi Iwatani, protagonista di Rising of the Shield Hero. La psicologia del personaggio ha molti punti in comune con Jinwoo di Solo Leveling.
Le somiglianze aumentano specialmente a partire dall’episodio 6, nel quale Jinwoo acquisisce un'abilità che può rivelarsi un'arma a doppio taglio proprio come lo Scudo dell'Ira di Naofumi.
I protagonisti dei due anime sono anche vicini per via del loro vissuto personale e per la loro psicologia. Jinwoo condivide con Naofumi la fatica di fidarsi degli altri, e ha finito per covare tanta rabbia per le umiliazioni subite in un sistema che agevola i più forti, permettendo i soprusi verso i più deboli.
È proprio il funzionamento delle società nelle quali vivono i protagonisti di Solo Leveling e The Rising of the Shield Hero ad alimentare la motivazione di entrambi ad accrescere il proprio potere e diventare più forti, così da non permettere più a nessuno di prendersi gioco di loro.
Gli Hunter nella società di Solo Leveling potrebbero essere visti come degli eroi che proteggono i comuni cittadini dai pericoli dei gates, tuttavia, con un potere che con il passare degli episodi diventa sempre più oscuro, Jinwoo si ritrova a dover mettere in discussione i suoi valori compiendo azioni che sembrano trasformarlo in un antieroe.
Questa posizione ambivalente tra eroe e antieroe di Jinwoo, insieme all’interessante psicologia del personaggio, fa sì che lo spettatore si metta in questione a sua volta nel tentativo di empatizzare con il protagonista, trovandosi ancor più coinvolto in una storia già di per sé intrigante.
Ragione #2: grafica e animazioni
Una caratteristica che ha reso ancor più celebre l’anime di Solo Leveling è il suo stile di animazione.
Diretta da Shunsuke Nakashige, questa serie ricca di dettagli è stata in grado di rimanere fedele all’opera originale ma donando ulteriore profondità alla storia tramite gli effetti sonori e visivi che accompagnano lo spettatore nelle varie vicissitudini affrontate da Sung Jinwoo.
Studio A-1 Pictures, che ha curato la produzione, non ha lasciato nulla al caso, dal character design fino alla colorazione e ambientazione.
I vari combattimenti e tecniche sono stati riprodotti in maniera fluida e scorrevole, trasmettendo pienamente allo spettatore il dinamismo dei movimenti e rendendo la serie davvero travolgente.
Ragione #3: è un’opera che rinnova il genere shōnen, pur mantenendosi fedele ad esso
Quello di un protagonista inizialmente debole al quale viene concesso un potere che gli consente di diventare più forte e di poter così seguire i propri sogni, è un espediente narrativo che caratterizza la maggior parte del genere shōnen.
Non è da meno Solo Leveling, opera nella quale il protagonista si rivela essere molto più carismatico e tenace di quanto immaginabile all’inizio, nonostante il ritrovarsi in situazioni che lo mettono a dura prova.
Oltre a questa tematica generalmente rintracciabile nel genere, ci sono altri elementi che accomunano Solo Leveling ad altre serie shōnen degli anni recenti come Sword Art Online, The rising of the Shield Hero e Black Clover.
Un esempio presente già nel secondo episodio è il potere raro di Sung Jinwoo (chiamato “il Sistema” dal protagonista stesso), rappresentato come una schermata simile a quella che potrebbe comparire in un videogame.
La presenza di un linguaggio tipico dei videogiochi richiama alla mente Sword Art Online e il suo protagonista Kirito, che a sua volta è un giocatore solitario nel mondo di SAO.
Un altro elemento di somiglianza con altre opere del genere shōnen più recente è lo status di Jinwoo all’inizio della storia: bloccato in un lavoro nel quale il prestigio dipende esclusivamente dalla presenza di poteri speciali, la mancanza di questi da parte di Jinwoo lo rende un personaggio deriso dai suoi pari.
Si tratta di una situazione che ricorda molto quella di un altro dei protagonisti di un anime meno noto ma altrettanto amato, ovvero Asta di Black Clover: nato senza alcun potere in un mondo dove la magia è tutto, Asta è frequentemente oggetto di derisione per il suo aspirare a fare un lavoro, il Cavaliere Magico, che richiede un’alta quantità di mana. Come nel caso del protagonista di Solo Leveling, questa derisione non trattiene Asta dal perseguire la sua ambizione.
Tra elementi narrativi comuni ad altre opere del genere e un’avvincente rappresentazione della tenacia del protagonista, Solo Leveling è insomma una serie da non perdere per gli amanti degli shōnen.
Conclusione
Solo Leveling è una serie che spicca per i combattimenti ben fatti e per la trama interessante che fa da sfondo a quello che apparentemente è un semplice espediente narrativo: la capacità di salire di livello rapidamente che Sung Jinwoo scopre improvvisamente di avere.
Solo Leveling è una serie piena di dettagli che, presentati nel punto giusto al momento giusto, non risultano mai confusionari (almeno in questa prima stagione), e invogliono invece lo spettatore a continuare a guardare per scoprire il meccanismo che si nasconde dietro il potere di Jinwoo, chiedendosi come questi agirà in seguito.
Sebbene Solo Leveling presenti delle similarità con altri anime del genere, queste non rendono mai noiosa la serie, al contrario, consentono alla storia di catturare fin da subito l’attenzione dello spettatore; ci sentiamo quindi di condividere pienamente il giudizio che pone Solo Leveling tra gli shōnen più apprezzati degli ultimi anni, sia nella sua forma originale di manwha, che come anime realizzato da uno studio giapponese.
La seconda stagione dell’anime è uscita questo gennaio su Crunchyroll e continuerà fino a marzo 2025: se non hai ancora iniziato a vederla, ti consigliamo di metterti in pari con la storia e non perderti neanche un episodio!
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